domenica 27 aprile 2008

BROKEN TRAIL - UN VIAGGIO PERICOLOSO di Walter Hill

Lunedì 28 aprile 2008 alle ore 21.30 al Complesso di San Micheletto, in esclusiva assoluta e ad ingresso gratuito, il Circolo del Cinema di Lucca presenta BROKEN TRAIL, UN VIAGGIO PERICOLOSO di Walter Hill, il regista de "I guerrieri della notte".

Di seguito il trailer del film:




domenica 20 aprile 2008

NESSUNA PIETA' PER ULZANA di Robert Aldrich a San Micheletto


Lunedì 21 aprile alle ore 21.30 presso il Complesso di San Micheletto di Lucca, il Circolo del Cinema presenta NESSUNA PIETA' PER ULZANA di Robert Aldrich ad ingresso gratuito.

Una recensione di Tullio Kezich tratta da Mymovies.it:

«Come molti western, tra i quali Ombre rosse, Ulzana’s Raid esordisce con un inizio classico: la fuga di una banda di apaches dalle riserve. Gli danno la caccia il vecchio scout Burt Lancaster e il giovane tenentino Bruce Davison, divisi dall’età e dall’esperienza, uniti dalla tensione a ricavare dall’avventura una qualche lezione esistenziale. Perché Ulzana è cosi crudele da torturare a morte i bianchi finiti nelle sue mani? Perché i soldati, se appena la disciplina dovesse allentarsi, si precipiterebbero a sbranare i cadaveri degli apaches? Nell’universo di Robert Aldrich Dio non esiste: ed è indicativa in proposito la sequenza derisoria del farmer che ringrazia ad alta voce il Signore intervenuto a salvarlo dagli indiani al suono della tromba della cavalleria (subito dopo sapremo che era solo un trucco degli assedianti per snidarlo dalla fattoria e massacrarlo). In assenza di ogni principio religioso esiste soltanto un’etica di comportamento: è il pragmatismo dello scout che prevale sugli astratti idealismi dell’ufficialetto, che non a caso è figlio di un uomo di chiesa. In un momento poco felice per il film western, Nessuna pietà per Ulzana si raccomanda agli appassionati del genere. Aldrich sfoga il suo sadomasochismo nei particolari crudeli, ma racconta il raid in maniera mossa e ariosa senza dimenticare la grande lezione di John Ford. Fra il Nevada e l’Arizona, dov’è stato interamente girato, il film respira in larghi orizzonti.»

(Da Tullio Kezich, Il Mille film. Dieci anni al cinema 1967-1977, Edizioni Il Formichiere)


Una scena del film:



martedì 15 aprile 2008

LUSSURIA di Ang Lee



Giovedì 17 Aprile alle ore 21,30 presso il Cinema Centrale verrà proiettato in prima visione a Lucca, Lussuria – Seduzione e Tradimento di Ang Lee con Tony Leung. Il film rientra tra gli appuntamenti del Circolo del Cinema di Lucca del Giovedì nel ciclo “Prime visioni, altre visioni”.



Recensione di Fabio Ferzetti:


«Che cosa significa davvero recitare, quali forze scatena lavorare su un ruolo, fino a dove si può spingere l'identificazione, che cosa rischia di scoprire un attore su se stesso quando pretende di essere un altro? Può sembrare curioso accostarsi così al nuovo film di Ang Lee premiato con un discusso leone d'oro a Venezia, Lussuria - Seduzione e tradimento. Eppure al cuore di questo sontuoso kolossal asiatico che ricostruisce in studio con glaciale perfezione la Shanghai anni 40 occupata dai giapponesi, c'è proprio il gioco di maschere e disvelamenti, finzioni esibite e segreti trasalimenti, che alimenta ogni cerimoniale erotico (in questo senso siamo tutti "attori"). Specie se i due partner, come accade qui, non sono comuni amanti ma nemici mortali. Naturalmente, da Senso in poi, l'attrazione rovinosa fra personaggi che si dovrebbero odiare non è certo una novità. Qui però non c'è nessuna parità: la giovane partigiana cinese incaricata di sedurre e intrappolare il maturo uomo d'affari che collabora con i giapponesi, è una spia con un piano preciso da eseguire. Di più: è un'attrice scelta non solo per la sua bellezza innocente ma per il suo talento, affinato con i futuri compagni di lotta in un gruppo teatrale agit-prop attivo nella Shanghai fine anni 30. È perché può recitare quel ruolo che Wang (l'esordiente Tang Wei, notevole) viene spinta fra le braccia del cupo signor Yee, collaborazionista e torturatore (un indurito e invecchiato Tony Leung). Ed è perché il suo partner sadico pure a letto, ma capace di un trasporto inatteso non recita affatto, che l'inesperta Wang si ritrova travolta da un gioco molto più forte di lei. Il film insiste anche sulla causa di questo cedimento: se i suoi ardenti ma casti compagni di lotta, accecati dal puritanesimo dei ribelli, non avessero trascurato la donna errore fatale! forse l'attrice non sarebbe stata sopraffatta dalla passione. Non a caso nefandezze e torture perpetrate dal suo amante sono solo dette, mai mostrate, mentre alla goffa violenza dei partigiani ragazzini è dedicata un lungo, barbarico, teatralissimo omicidio collettivo. Il resto, amplessi sfrenati, sgomento, doppio tradimento, ne consegue così logicamente che Lussuria, bel paradosso, è il film più rovente e insieme più "freddo" di Ang Lee, proprio perché astratto come un teorema. Ma anche forse il più personale. Non solo perché il regista, come Flaubert, ripete "Wang sono io". Ma perché questo gioco mortale di odio e attrazione, imitazione e assimilazione, sembra alludere da un lato al cinema di Ang Lee, ex-attore e regista capace di rifare alla perfezione tutti i generi del cinema occidentale. E dall'altro, pensiamo al vagabondare di Wang fra le vetrine in sottofinale, ai rapporti Oriente/Occidente dalla seconda metà del '900 in poi.»



(Fabio Ferzetti da Il Messaggero, 4 gennaio 2008)

Il trailer del film:

domenica 13 aprile 2008

IL CINEMA WESTERN: LA SPARATORIA di Monte Hellman


Lunedì 14 Aprile alle ore 21,30 presso il Complesso di San Micheletto, il Circolo del Cinema di Lucca presenta la proiezione gratuita per tutti i soci del film LA SPARATORIA di Monte Hellmann con un giovanissimo Jack Nicholson che inaugura il nuovo ciclo nel Complesso di San Micheletto, Il cinema attraverso i generi: il film western. Rassegna che vedrà la proiezione di altri due film del genere western: Nessuna pietà per Ulzana di Robert Aldrich (21 aprile) e in prima visione assoluta l’ultimo film del regista de “I guerrieri della notte”, Walter Hill, Broken Trail (28 aprile).


Una recensione de La sparatoria (The Shooting) di Tullio Kezich tratta da MyMovies.it:


È il più interessante dei due western girati da Monte Hellman e Jack Nicholson nel 1965, ripescati adesso sui nostri schermi in seguito alla popolarità acquisita dall’attore. Vale la pena di soffermarsi retrospettivamente su quest’operazione per varie ragioni. Intanto perché i due western testimoniano la versatilità di Nicholson, presente come produttore, come sceneggiatore di Le colline blu e come interprete. Sugli autori-imprenditori di questi film influì certo l’esempio di Roger Corman, che era stato loro compagno alla scuola di recitazione e in quegli anni consolidava la propria esperienza di animatore di film popolari. Solo che i western di Hellman-Nicholson, riallacciandosi alla tradizione del genere fino a costituire un catalogo strutturalistico di temi e modi tipici, offrono un inatteso risvolto intellettuale. Partendo dalle stesse premesse delle «horse opera» aggiornate della TV, vanno a collocarsi nella corrente dei film esistenziali e comportamentisti degli anni 60. In particolare La sparatoria, che è la storia di una caccia all’uomo ristretta a pochi personaggi e rarefatta come un «kammerspiel» all’aria aperta, svela nel finale un sottofondo quasi pirandelliano, non lontano dalla problematica di cui lo stesso Nicholson si farà carico interpretando dieci anni dopo Professione: reporter di Antonioni. Alla luce di questo film verrebbe voglia di ricostruire la sotterranea e non ricchissima carriera di Hellman, spesso legata a quella dello straordinario attore War ren Oates.

Da Tullio Kezich, Il nuovissimo Mille film. Cinque anni al cinema 1977-1982, Oscar Mondadori

domenica 6 aprile 2008

GLENN GOULD, HERAFTER in anteprima nazionale assoluta


Lunedì 7 Aprile alle ore 21,30 presso il Complesso di San Micheletto, il Circolo del Cinema di Lucca presenta come evento speciale la proiezione gratuita per tutti i soci del film GLENN GOULD – HEREAFTER di Bruno Monsaingeon. Il film è in anteprima assoluta nazionale e rientra tra gli appuntamenti dei Lunedì del Circolo.

La biografia del grande pianista come riporta Wikipedia:
Gould nacque a Toronto, Ontario. Imparò a suonare il pianoforte dalla madre, il cui nonno era cugino di Edvard Grieg, poi frequentò il Royal Conservatory of Music di Toronto dall'età di soli dieci anni e vi studiò pianoforte con Alberto Guerrero, organo con Frederick C. Silvester, e teoria musicale con Leo Smith.
È del 1945 la sua prima esecuzione pubblica (all'organo) e dell'anno successivo la sua prima apparizione con un'orchestra (la Toronto Symphony Orchestra) con l'esecuzione del Concerto per pianoforte No. 4 di Beethoven. Il suo primo concerto seguì nel 1947, e la prima trasmissione radiofonica per la CBC avvenne nel 1950. Questo fu l'inizio di un lungo rapporto con la radiofonia e con le sale da registrazione in genere.
Nel 1957 Gould, si recò in tournée in Unione Sovietica. Fu il primo nord americano a suonarvi dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Il 10 aprile del 1964 Gould tenne l'ultimo concerto pubblico, a Los Angeles in California e per il resto della sua vita si concentrò sui propri altri interessi: registrazioni, scrittura, trasmissioni radio, documentari e composizioni, che tuttavia furono poche.
Gould morì nel 1982 a Toronto dopo aver subito un ictus. È sepolto nel cimitero di Mount Pleasant, a Toronto.

Gould è noto per la sua viva immaginazione musicale e gli ascoltatori hanno sempre considerato come qualcosa di eccezionale le sue interpretazioni, che vanno da un qualcosa di brillantemente creativo fino ad arrivare in certe occasioni all'apertamente eccentrico.
La sua interpretazione è stata caratterizzata da una grande chiarezza e cristallinità, con una maniacale pulizia delle note, in particolare nei passaggi di contrappunto. Gould visse in un momento in cui predominava un approccio che enfatizzava la grandiosità e in un certo senso la pesantezza delle esecuzioni di Bach, fatto che risaliva addirittura al XIX secolo, ma ancora ben presente sulla scena musicale. Ecco perché, in confronto, molti ascoltatori trovarono l'approccio di Gould come molto più leggero e gradevole, perfino rivelatorio. Lo stile di Gould molto probabilmente ha influenzato i pianisti successivi che hanno suonato Bach, ad esempio in modo considerevole Andras Schiff.
Gould aveva una tecnica formidabile, che gli permetteva la scelta di tempi molto veloci pur mantenendo sempre la separazione e la chiarezza di ciascuna nota. Faceva parte di questa tecnica l'assumere una posizione estremamente bassa rispetto allo strumento. Come evidenzia Charles Rosen, questa postura non è assolutamente indicata per chi volesse suonare alla maniera del secolo precedente, privilegiando la musica a più alto volume, cosicché Gould a volte dovette falsare certi effetti nelle sue esecuzioni registrate di Liszt con il ricorso all'overdubbing (sovrapposizione delle tracce audio). Tuttavia, permetteva di raggiungere risultati eccellenti per la musica che Gould suonava e che era scritta in origine per il clavicembalo.


Una clip della famosa esecuzione di un brano di Bach: