lunedì 26 maggio 2008

LONTANO DA LEI al Cinema Centrale


Giovedì 29 maggio alle ore 21.30 al Cinema Centrale di Lucca, il Circolo del Cinema presenta, LONTANO DA LEI (Away From Her) di Sarah Polley, un bellissimo e commovente film sull'amore senile.

Una recensione di Claudia Resta tratta da MyMovies.it:

«Sposati da 50 anni, Grant e Fiona sembrano ancora molto legati l'un l'altra e la loro vita quotidiana è piena di tenerezza e umorismo. La loro serenità sembra vacillare solo in conseguenza degli occasionali e attentamente limitati riferimenti al passato, che sembrano far trapelare che forse il loro matrimonio non è stato solo rose e fiori. La tendenza di Fiona a riferirsi sempre più spesso al passato, oltre alla sua perdita di memoria più evidente ogni giorno che passa, creano una tensione che viene però generalmente dissipata facilmente dall’uno o dall’altra. Quando i vuoti di memoria diventano più lampanti e drammatici, nessuno dei due può ignorare che Fiona sia stata colpita dal morbo d'Alzheimer. A quel punto Grant, che teme che la vita di Fiona sia in serio pericolo, intraprende quello che sarà un autentico viaggio d’abnegazione per permettere alla moglie di essere felice per l'ultima volta. È indubbiamente un film molto poetico, dai tratti delicati eppure forti, quello che ci propone alla sua prima esperienza Sarah Polley, la regia si rivela inaspettatamente oculata nel dosare luci sapienti, fotografia accurata, colori minimal eppure sempre accuratamente necessari. Le scelte d'immagini raccontano e riassumono l'intera trama, spesso e volentieri, sia nelle immagini della sciata iniziale e di quelle successive, sia in una malattia terribile, che i protagonisti tentano disperatamente di chiudere in un cassetto, come una vecchia padella.Con un intelligente dosaggio di flashback, salti in avanti e all'indietro, conditi dall'uso di pellicola d’epoca e di effetti anticati là dove serve, Polley è in grado di disegnare il lieve e terribile ritratto della solitudine della mente che ci abbandona, insieme all'amore, e di lasciare senza fiato e rapito dall'immenso dolore lo spettatore senza però stordirlo a morte.Di certo la scelta per interpretare il difficile ruolo di Fiona non poteva che cadere su Julie Christie, impeccabile in un ruolo che incorona la sua bellezza senza età e che trae dagli sguardi intensi assai di più di quanto le parole stesse, accuratamente doppiate, possano dire.Alice Munro ha fatto un reale capolavoro, traendo da un suo breve racconto questa bella sceneggiatura, curandone i dialoghi ed amandone i contenuti, tanto che molti, dopo la visione, non potranno non correre a leggere i numerosi testi citati, tra cui "Lettere dall’Islanda", per provare le medesime sensazioni».
Di seguito il trailer del film:



mercoledì 21 maggio 2008

IL PETROLIERE al Centrale


Giovedì 22 Maggio alle ore 21.30 al Cinema Centrale, il Circolo del Cinema di Lucca, presenta IL PETROLIERE di Paul Thomas Anderson (il regista di Magnolia), il film vincitore di due premi Oscar (tra cui quello di miglior attore protagonista al magnifico Daniel Day-Lewis) e dell'Orso d'Argento di Berlino.

Di seguito una recensione di Giancarlo Zappoli da MyMovies.it:

«Daniel Plainview è un cercatore d'argento che, alla fine dell'800 trova il petrolio nell'Ovest degli Stati Uniti. La sua ricchezza diventa considerevole grazie anche allo sfruttamento della presenza dell'unico figlio che lo aiuta a convincere i contadini a cedergli i terreni. Troverà però sulla sua strada un giovane predicatore che prima lo aiuterà e poi, temendo un troppo veloce arrivo della modernità, manipolerà contro di lui la comunità. Le sorti personali, anche se non quelle economiche, di Plainview subiranno un duro colpo quando il figlio, a causa di un incidente presso un pozzo petrolifero, diviene sordo. L'uomo, sempre più accecato da una misantropia assoluta, lo allontanerà da sé precipitando sempre piu' nell'avidità del possesso. Paul Thomas Anderson si ispira per questo film alle prime 150 pagine del romanzo "Oil!" di Upton Sinclair il quale tratteggiava la biografia a tinte forti del magnate Edward L. Doheny (1856-1935). Il regista che ci ha regalato un film come Magnolia non mentisce le proprie doti di narratore possente sostenuto da un cast all'altezza che vede in pole position la prestazione di Daniel Day Lewis. Il petroliere è un film fatto di bitume, di corpi che diventano tutt'uno con la terra e l'oro nero che la intride. Corpi pronti ad essere spezzati e anche dilaniati nella ricerca di un possesso avido quanto amorale. I primi venti minuti di proiezione, privi di parole, lasciano un'impressione profonda sullo spettatore quasi volessero offrire una lettura 'fisica' sulle origini di una specie ben definiti di capitalismo, quella che crea profitti enormi grazie allo sfruttamento delle viscere della Terra. È in questo grembo (in un film in cui non c'è alcuna protagonista femminile) che Daniel penetra per sottrargli prima l'argento e poi il petrolio. Ma non è questo l'unico sfruttamento. Ce n'è anche uno pulito che non si avvale di muscoli e ossa ma di parole: quello del giovane predicatore che riesce ad abbindolare i suoi fedeli facendo leva sulla loro ignoranza. Se nero è il liquido che sgorga dalla terra altrettanto nera è la divisa di questo falso servitore di Dio. La denuncia è tanto pesante quanto carica di toni che, come la preziosa colonna sonora che assurge al ruolo di coprotagonista, vanno dall'esasperato al tenue. Non è un film pacificatore quello del regista che ha assistito sul suo ultimo set (quello di Radio America) il grande Bob Altman. Ci sarà chi lo troverà troppo spettacolare per considerarlo d'essai e chi invece lo riterrà troppo duro per avere successo commerciale. Chi scrive ritiene che si tratti di un film spettacolare per cinefili. Sembra un ossimoro ma è così.»

Di seguito il trailer del film:


domenica 18 maggio 2008

REDACTED in anteprima assoluta!!!


Lunedì 19 Maggio alle ore 21.30 presso il Complesso di San Micheletto, il Circolo del Cinema di Lucca presenta, ad ingresso gratuito, REDACTED, il nuovo film del regista pluripremiato, autore di capolavori quali Carrie, Scarface e Gli intoccabili, Brian De Palma. Il film è stato presentato all’ultimo festival del cinema di Venezia riscuotendo un clamoroso successo di pubblico e critica, ma ciò non è bastato per dare alla pellicola una normale distribuzione nelle sale. L’opera, infatti, racconta di un fatto accaduto realmente del quale gli Stati Uniti non vanno certo orgogliosi, ma che cercano in tutti i modi di dimenticare: la violenza e l’uccisione di una ragazza irachena operata da soldati americani e il successivo sterminio della famiglia di lei.

Attraverso una regia incentrata sulle differenti variabili del mezzo di comunicazione dell’immagine video (televisione, youtube, filmati amatoriali), Brian De Palma costruisce un film nel film evidenziando il lato umano della guerra come nessun altro sia riuscito a fare fino ad ora cercando di trasporre su schermo la quotidianità dei soldati americani durante la guerra in Iraq. Il film è un’anteprima assoluta per Lucca e rientra nel ciclo dedicato al genere di guerra de “I Lunedì del Circolo”.

Una recensione scritta da Federico Chiacchiari e tratta da SentieriSelvaggi.it:

«Che un film così “spinoso”, pur di un autore celebrato e conosciuto, i cui precedenti film sono usciti tutti in sala, fatichi ad uscire negli Stati Uniti, è già un brutto sintomo sullo stato di salute della democrazia di quel Paese (Obama o non Obama…) che evidentemente non ha tanta voglia di misurarsi con la Guerra Sporca del XXI secolo. Ma che questa “censura” arrivi così pacificamente anche in Italia, dove NESSUNO si è preoccupato di distribuire un film premiato e di un autore famoso, ci pone con molta inquietudine di fronte a un quadro politico e mediatico ormai davvero uniforme.
Redacted, forse, non era il film più bello di Venezia (anche se la nostra redazione lo ha premiato come miglior film in Concorso) ma SICURAMENTE era il film più avanzato, politicamente, sullo stato della visione, sulle strategie odierne del vedere. Certo De Palma rifà il suo Vittime di Guerra nell’Iraq di oggi, e il suo sguardo è spietato, così come lo sono i “mostruosi esseri normali” che l’esercito americano alleva e manda in giro per il mondo. Ma è la logica di cosa si vede e cosa non si vede, come lo si vede…. Che sembra esplodere in questo film. E la sua “mancata visione” cinematografica da un lato sembra presagirne la volontà, indubbiamente censoria, di offuscare mediaticamente un prodotto scomodo, ma dall’altro, con la proiezione che va già nelle tv (e poi nei DVD), sembra anche indicare un ruolo, quello del cinema in sala, ormai di pura promozione, quasi una voce del marketing piuttosto che la vera fonte di senso della visione di un prodotto cinematografico. Mentre De Palma, da sempre, ma in Redacted con una lucidità che non abbiamo visto in alcun altro cineasta, indaga sulle strategie della visione, con un Home Movie che massacra il concetto di punto di vista (“Il punto di vista è esploso nei mille frammenti di un immaginario in mano a tutti (handy cam, cellulari, videocamere di sorveglianza, blog, Youtube, website…” come ha scritto con altrettanta lucidità Massimo Causo), il nostro meraviglioso “sistema cinema” trapassa la visione cinematografica e con un balzo teorico incredibile, scaraventa la problematica direttamente nelle altre forme di visione. Forse c’è una curiosa coerenza in questa strana “fine” di Redacted, che probabilmente potremo vedere nel cellulare ma non nella sala buia… O siamo dannatamente avanzati oppure la “censura/redacted” dilaga nei media italiani…. Voi che dite? Intanto da Sky, dalla Eagle e dalla Distribuzione AE Media, nessun commento….»

Il trailer del film:






domenica 11 maggio 2008

Focus sull'11 settembre 2001 con due film: IN PLANE SITE e ZERO

Lunedì 12 maggio, al Complesso di San Micheletto e giovedì 15 maggio, al Cinema Centrale, (in entrambi i casi alle ore 21,30) verranno presentati in prima visione a Lucca, rispettivamente, 9-11 In Plane Site e Zero – Inchiesta sull’11 settembre: due documentari che raccontano i retroscena delle atrocità del crollo delle Twin Towers a New York. I film rientrano nel ciclo “Società al tramonto” del Circolo del Cinema di Lucca.
Una recensione di 9-11 In Plane Site:
«Fare un documentario per smascherare tutte le cose poco chiare in merito ai fatti successi il 9/11/2001 è sicuramente operazione coraggiosa, ma non c'è solo del coraggio, qui si analizzano i documenti audiovisivi del disastro e si mettono in luce particolari agghiaccianti sulle torri e sul pentagono, non si cerca di dare una risposta (come in vece ha fatto Moore) al perchè ci sia stata una cospirazione e sopratutto chi si cela dietro a quella, in questo documentario si mettono in fila tutte le "prove" che quella raccontata dai media non può essere la verità: troppe incongruenze, troppe informazioni che ci sono state celate, e quando c'è qualcosa che non torna c'è spesso del marcio sotto.Non ci vengono date delle risposte, veniamo semplicemente messi di fronte a dei fatti, basandosi sempre su quelle poche immagini e video di cui siamo in possesso, vengono poi messe a confronto numerose informazionin dalle fonti più svariate e attraverso lo studio e l'analisi di quelle (informazioni e audiovisivo) che ci vengono fatti notare una serie di particolari sconcertanti, ai quali non è possibile dare risposta, ma che ci aiutano a capire (su basi un po' più certe) che quello che ci hanno raccontato è falso. [...] Un progetto rigoroso che se pur con qualche forzatura (ma non si tocca mai il patetismo di Moore) merita una visione e non mancherà certo di far pensare, di irritare o di lasciare tranquillamente indifferenti, certo non si arriverà alla verità con questo film, ma almeno aiuta a porsi delle domande.» (murdamoviez.blogspot.com)

Un video tratto da 9-11 In Plane Site:

Due recensioni di Zero - Inchiesta sull'11 settembre:
«Due ore avvincenti, di serrato montaggio; interviste, interventi: quelli di ex impiegati del Pentagono, ex agenti FBI, ingegneri, fisici, ma anche i sopravvissuti, tutti a raccontare un'altra versione dei fatti accaduta alle ore 8.46 a.m. di martedì 11 settembre 2001, in quel di Manhattan, cuore di New York.Un film che, più che contestare le note tesi, si preoccupa di offrirne altre, possibili, raccontate attraverso l'ironia e l'intelligenza di Dario Fo, Lella Costa e Moni Ovadia. Il titolo è eloquente: "zero evidence"; ci sono, infatti, zero prove sulla tesi ufficiale che gli americani ci hanno prontamente rifilato. Nato da un'inchiesta di Giulietto Chiesa, il film rappresenta una ricerca della giusta informazione: perché le persone possano farsi un'idea personale. Come è possibile che le due torri gemelle siano crollate in pochi secondi se erano state collaudate per un impatto aereo? Perché, durante il crollo, si sentivano esplosioni? Perché lo squarcio del Pentagono è lungo soltanto cinque metri? Chi erano, e sono, i dirottatori? Cos'è, veramente, Al Queida? Due ore in cui le interviste non solo non annoiano, ma stimolano preoccupanti sospiri. Zero è un documentario ricco di informazioni, magistralmente narrato e ben doppiato. Se già Michael Moore aveva "smascherato" l'accadimento, ricordandoci che i Bush e Bin Laden erano, in passato, in stretta amicizia (dal film Fahrenheit 9/11), anche lo scrittore Thierry Meyssan aveva pubblicato, esattamente un anno dopo, il libro dal titolo "L'incredibile menzogna". Zero è, comunque, più completo, meno prosaico e polemico. Davvero si attiene alla narrazione dei fatti o, comunque, è attraverso fatti concreti che dimostra le sue tesi. Ci sono due cose che colpiscono di questo film: innanzitutto apprendere che i mezzi di comunicazione non sono attendibili e poi la notizia che tutti i militari, preposti alla difesa degli U.S.A. in quel giorno, invece di essere licenziati sono stati promossi! Quella dell'11 settembre è una data che ha cambiato la nostra esistenza. È vero, come faceva notare Ken Loach in un cortometraggio dedicato a questa tragedia, che di stragi e morti simili ce ne sono state tante, riferendosi alla dittatura cilena, ma questa volta è stato tutto il mondo ad essere ingannato. Qualcuno ha detto che Zero non dà risposte, ma è una considerazione maligna, se si pensa che, almeno, svela cosa non è affatto accaduto. Da vedere, per dovere morale.» (Alessandra Giannelli da MyMovies.it)

«“Si parte da zero per ricostruire i fatti”, spiegano gli autori. "Zero – inchiesta sull’11 settembre" contesta, per punti, i risultati della commissione governativa. A cominciare dalle Twin Towers, costruite per resistere anche all’impatto di aerei e ad incendi. Tracce di zolfo rinvenute, immagini di flash e racconti di esplosioni fanno pensare ad una demolizione controllata (come pure per l’edificio 7). Stando ad una serie di elementi, c’è poi il sospetto che il Pentagono non sia stato colpito dal boeing 757 (le testimonianze parlano di due esplosioni). E’ però sugli attentatori che si fanno le scoperte più inquietanti. Ad esempio, 15 su 19 di essi provengono dall’Arabia Saudita: a Jeddah, nell’ufficio del consolato USA dove si rilasciano i visti d’ingresso, lavoravano agenti CIA e le richieste dei sospetti risultano quasi tutte non valide. Non solo, ma 4 persone identificate come terroristi suicidi si sono fatte poi vive, chiaramente smentendo gli investigatori, mentre un altro ancora è stato rintracciato dalla CBS. Più a monte, le domande sono: perché sono stati ignorati i vari allarmi - dalle scuole di volo ai piani su attacchi aerei - precedenti l’11 settembre, quando già dall’89 si svolsero esercitazioni su dirottamenti con obiettivi torri gemelle e Pentagono? Perchè Pearl Harbor (circa 2.400 vittime) portò a 8 inchieste e tutti i graduati responsabili vennero rimossi, mentre in questo caso sono stati promossi?Il documentario ha dalla sua l’autorevolezza degli artefici (tra l’altro Franco Fracassi all’epoca lavorava in un’agenzia e fu il primo a dare la notizia in Italia) e degli interlocutori, oltre alla qualità e quantità del materiale (quasi 100 interviste, 10 ricercatori, 3 troupe e una post produzione di 8 mesi). E’ un interessante e valido esperimento collettivo nella realizzazione e nella proprietà (centinaia i co-produttori, con quote acquistate su e-bay), coniuga l’intrattenimento con l’informazione e non vuole fornire risposte, ponendo invece interrogativi su menzogne, lacune, contraddizioni, anomalie, omissioni e assurdità che ci sono state propinate.La frase: "Nel 1996 hanno scoperto nel computer di Ramzi Yousef un piano Bojinka, che prevedeva il dirottamento di aerei e il loro schianto contro Pentagono, Casa Bianca, quartier generale della CIA e torri gemelle. Anche per questo il Pentagono organizzò un’esercitazione nell’ottobre del 2000, insieme al dipartimento aviazione della CIA, per simulare un attacco e trovare le contromisure." John Judge» (Federico Raponi da FilmUp.it)

Il trailer del film Zero:

mercoledì 7 maggio 2008

L'INNOCENZA DEL PECCATO di Claude Chabrol al Cinema Centrale



Inizia giovedì 8 maggio al cinema Centrale, ore 21.30 il nuovo ciclo del Circolo del Cinema “Società al tramonto” con la prima visione di uno dei più grandi registi francesi Claude Chabrol L'INNOCENZA DEL PECCATO (La Fille Coupée En Deux) con Ludivine Sagnier, François Berléand, Benoît Magimel, Mathilda May, Caroline Sihol, Valeria Cavalli.

A seguire una recensione del film:

«Dopo aver visto La commedia del potere, avevo deciso di chiudere con Chabrol. Alla fine, però, ci ho ripensato e ho dato a questo regista una seconda possibilità. Non me ne sono pentito. Si tratta di un film molto raffinato, intellettuale ma mai pretenzioso, nel quale si dipanano le storie assurde di uomini ossessionati dal potere e dal successo. Un triangolo amoroso in cui l'amore però conta ben poco. Possessione, prevaricazione, denaro sembrano gli unici rapporti attanziali in un costrutto narratologico tendente all'entropia dei sentimenti e dei corpi. Uno scrittore vizioso e annoiato in cerca di avventure, una ragazza ambiziosa e un po' "facile", un rampollo alto-borghese viziato che ha sempre avuto tutto dalla vita e non rinuncia mai a niente. Queste entità semiotizzate cozzano e si scontrano le une con le altre, determinando l'annullamento reciproco. In uno scenario bellocchiano, teatrale e patinato, la commedia del grottesco si trasforma in una tragedia ridicola, in cui tutti pagano le proprie colpe. L'unico punto debole del film potrebbe essere, a mio avviso, una certa inconsapevole caduta nella retorica, ma al di là di questo, il film merita veramente di essere visto.»
(Recensione di marchetti86, un utente di MyMovies.it)

domenica 4 maggio 2008

IL GRANDE UNO ROSSO al Complesso di San Micheletto


Lunedì 5 maggio alle ore 21.30, al Complesso di San Micheletto, inizia il nuovo ciclo del Circolo del Cinema di Lucca "Il cinema secondo i generi: il film di guerra", con la versione integrale, presentata due anni fa al Festival di Cannes, del capolavoro di Samuel Fuller, IL GRANDE UNO ROSSO con uno splendido Lee Marvin. Il film è del 1980, ma è stato rimontato e "allungato" secondo i progetti originali del regista nel 2004 facendo di una già pur ottima pellicola, un capolavoro del genere di guerra. L'ingresso è gratuito dietro presentazione tessera del Circolo sottoscrivibile al prezzo di 5 euro prima delle proiezioni.


Di seguito una recensione tratta da http://www.girodivite.it/, scritta da Antonio Cavallaro:

«Nel 1980, Samuel Fuller portò a Cannes il film che da almeno trent’anni voleva realizzare, la cui sceneggiatura era diventata nel frattempo anche un libro. Fuller fece delle interviste e appoggiò il film, ma in realtà la versione presentata e poi distribuita, aveva subito le imposizioni della casa di produzione, la Lorrimar, che ne avevano condizionato il risultato, operando tagli e censure.
Nel film, Fuller ripercorre la seconda guerra mondiale attraverso le gesta di quattro giovani soldati e del loro sergente, che combattono nella prima divisione di fanteria statunitense, nota come Big Red One. Fuller, che militò nel Grande Uno Rosso come reporter di guerra, mostra il cammino delle truppe americane impegnate contro il nazismo, prima in Nord Africa, e poi in Sicilia, Normandia, Belgio e infine in Cecoslovacchia, con la scoperta dei campi di concentramento.
Dopo la prima uscita del film, malgrado le dichiarazioni di facciata, Fuller era rimasto molto deluso e amareggiato per come il suo film era stato trattato dalla Lorrimar. Ma nel 2004, a sette anni dalla morte del regista, il critico cinematografico Richard Schickel, portò a termine un opera di “ricostruzione” del film senza precedenti. Da anni si rincorrevano voci su una montagna di pellicola girata da Fuller e scartata dai produttori, il ritrovamento di un rullo promozionale contenente scene inedite, fu la molla che diede l’inizio. Successivi rinvenimenti di altro materiale girato, avviò il progetto “ricostruzione”, attorno al quale Schickel radunò una squadra di addetti ai lavori da sempre grandi fans del regista, o personaggi come il compositore Dana Kaproff, contattato all’epoca della realizzazione del film da Fuller, ma poi accantonato dalla produzione.
Basandosi sulla sceneggiatura originale di Fuller, Schickel e i suoi collaboratori rimontarono e ricostruirono il Grande Uno Rosso, introducendo scene inedite che erano state eliminate dalla versione originale e che le meticolose ricerche d’archivio erano riuscite a portare alla luce. In alcuni casi, il materiale rinvenuto si integrava con scene presenti nella prima versione, chiarendone alcuni aspetti, conferendogli una maggiore profondità e nuova forza. Un esempio può essere il personaggio di Schoroeder, la versione “recostruction” restituisce al film l’incredibile figura di un alter ego nazista del sergente Possum. L’ausilio delle moderne tecniche di lavorazione, dal sonoro al colore, fino all’impiego del digitale (la possibilità di ricostruire per intero alcuni frame, ha facilitato l’utilizzo di alcune scene), hanno permesso d’ovviare al danneggiamento della pellicola causati dalla polvere e dall’usura del tempo.
La “ricostruzione” restituisce al cinema un grande capolavoro che rischiava di perdersi e restare leggenda. Lo stesso Schickel ha ammesso che non può trattarsi della versione del regista e che sarebbe ipocrita considerarla tale, ma tutti i maggiori critici e gli amanti della cinematografia di questo grande maestro americano, sono concordi con lui nel ritenerla la più fedele alla sua idea, la più “fulleriana”. Al film del’ 80 la Lorrimar aveva eliminato proprio questo aspetto, mancavano le bizzarrie, le morbosità, lo humor nero e altri elementi ancora, che fanno di un film, un film di Samuel Fuller.
Il sergente e i suoi quattro cavalieri, allegoria della guerra americana, nel loro cammino anti-eroico di battaglia in battaglia rappresentano il tema dei sopravvissuti, che dopo una guerra resta ed è l’unico legame con la Storia, l’unica gloria possibile per vincitori e vinti. Il sergente interpretato magnificamente dal grandissimo Lee Marvin, è l’uomo stanco, prosciugato dal primo conflitto mondiale, scampato a quella morte che si riflette nei tratti del suo volto, di ritorno in Europa per questa altra guerra, inseguendo i fantasmi di un passato che rivivono ad ogni scontro. Grazie all’opera di “ricostruzione”, il Grande Uno Rosso può essere annoverato tra i più grandi film di guerra mai realizzati, restituendo complessità e vigore all’originale ed unica visione cinematografica di quell’assurdo geniale uomo di cinema che fu Samuel Fuller.»


Di seguito il trailer del film:

sabato 3 maggio 2008

SOCIETÀ AL TRAMONTO: eventi speciali, film-verità sull'11 settembre e il film di guerra


Ultimo ciclo della stagione 2007/2008 del Circolo del Cinema di Lucca con prime visioni, eventi speciali e una rassegna dedicata al cinema di guerra dal 5 maggio al 5 giugno 2008.

Prosegue il doppio appuntamento settimanale del Giovedì al Cinema Centrale e del Lunedì al Complesso Monumentale di San Micheletto del Circolo del Cinema di Lucca con nove prime visioni e due incontri con i registi Franco Fracassi e Alina Marazzi che presenteranno i rispettivi film Zero – Inchiesta sull’11 settembre con la partecipazione straordinaria di Dario Fo, Lella Costa, Moni Ovaia e Gore Vidal e Vogliamo anche le rose (eccezionalmente mercoledì 21 maggio al Cinema Italia in collaborazione con il Cineforum Ezechiele).

Il programma completo al Cinema Centrale: L’innocenza del peccato di Claude Chabrol (giovedì 8 maggio); Zero – Inchiesta sull’11 settembre di Franco Fracassi (giovedì 15 maggio - saranno presenti il regista e il sindaco del Comune di Capannori Giorgio Del Ghingaro); Il petroliere di Paul Thomas Anderson con il vincitore del premio Oscar Daniel Day Lewis (giovedì 22 maggio); Lontano da lei di Sarah Polley un melodramma sull’amore senile con Julie Christie (giovedì 29 maggio); La zona di Rodrigo Plà (giovedì 5 giugno).

Al Complesso di San Micheletto prosegue l’incursione nei generi cinematografici con tre film di guerra in prima visione: lunedì 5 maggio, la versione integrale vista lo scorso anno al Festival di Cannes di un grande cult del genere, Il grande uno rosso di Samuel Fuller con Lee Marvin; lunedì 12 maggio un film scomodo, mai distribuito e scioccante, 9-11 In plane site di William Lewis, un documentario che affronta, basandosi solamente su concrete e reali immagini dell’attacco terroristico alle Torri Gemelle, le preoccupanti rivelazioni e angoscianti verità; lunedì 19 maggio il film tratto da un fatto realmente accaduto all’esercito militare americano durante la guerra in Iraq, diretto da Brian De Palma, Redacted, che ad oggi non ha ancora avuto una distribuzione nelle sale.

Ogni settimana sul Gufetto (il blog ufficiale del Circolo del Cinema circolodelcinema.blogspot.com) verranno presentati i trailer dei singoli film in programmazione e una breve recensione “d’autore” per la lettura del film.

Per maggiori informazioni http://www.circolocinemalucca.it/.